Il massacro della Scala (7 dicembre 1976)

Un evento degli anni settanta dimenticato (ma che occorre tenere ben vivo nella memoria). Riprendiamo dal libro Mauro De Agostini, ABBATTERE LE MURA DEL CIELO: Storie di anarchiche, anarchici e occupazioni (Milano 1975-1985), ZIC, febbraio 2020, Euro 15,00. (pagine 57-59)

“Il 7 dicembre è Sant’Ambrogio e a Milano è il giorno di inaugurazione in pompa magna della stagione teatrale della Scala. Dal 1968 la contestazione di questo rito borghese era diventata una scadenza del movimento. Quell’anno non fa eccezione, il biglietto d’ingresso può costare anche centomila lire, un mese di salario di un operaio, un vero e proprio schiaffo ai ceti più poveri.

I circoli del proletariato giovanile, nel loro happening nazionale tenuto in università Statale alla fine di novembre, avevano deciso di boicottare l’inaugurazione. La Questura aveva deciso di impedire ogni contestazione schierando (secondo le sue dichiarazioni) tremila agenti1.

Seguiamo la ricostruzione di “Lotta continua”: “Ci saranno stati almeno tremila giovani ai cortei dei circoli proletari, altri duemila alla iniziativa, pacifica nelle intenzioni, indetta dai circoli vicini alle posizioni del Movimento Lavoratori per il Socialismo. Senz’altro un altro migliaio di giovani che spontaneamente erano confluiti verso il centro, riconoscendosi nella proposta di contestare la prima della Scala”2 .

I concentramenti previsti per i cortei sono tre (oltre al quarto organizzato dall’MLS), tutti finiti con gravi scontri. La situazione peggiore però si verifica nei pressi della stazione Nord.

“Mentre il corteo si soffermava in via Carducci, con una manovra a tenaglia, CC e PS chiudevano da due lati i giovani: è su questo corteo che si è scatenata in tutta la sua bestialità la volontà omicida dei CC e del secondo celere di Padova. Caricando contemporaneamente la testa e la coda del corteo, hanno dato luogo ad episodi di violenza omicida: hanno infierito con moschetti, chiavi inglesi, bastoni sui compagni caduti a terra: hanno sospinto cinicamente alcuni compagni nei roghi provocati dalle molotov, sono arrivati a lanciare le molotov (che avevano sequestrato) sui gruppi di compagni che scappavano. Continue reading